“È UFFICIALE, PER GLI IMPIANTI COCLEARI C’È UN FUTURO DI LUCE!”

Ecco gli ottimi risultati della sperimentazione di un Impianto Cocleare che utilizza la luce al posto dell’elettricità.

Già nel 2018 un articolo pubblicato su “Scientific American” illustrava i progressi di un progetto di ricerca nel campo degli Impianti Cocleari. Ora, dalla stessa ricerca, ne è nata una vera e propria azienda con obiettivi produttivi e commerciali!

Limiti e problemi degli attuali Impianti Cocleari

Recenti dati ci dicono che circa mezzo milione di persone in tutto il mondo soffre di grave perdita dell’udito e usa un impianto cocleare. Ma come afferma – Tobias Moser, neuroscienziato uditivo all’Università di Goettingen, in Germania – “Se vanno al ristorante, per loro è molto difficile capire il parlato e percepiscono anche dei suoni indesiderati”.

Gli impianti cocleari stimolano direttamente i neuroni con l’utilizzo degli elettrodi. Ma la corrente proveniente dagli elettrodi non si sposta in modo diretto e regolare dall’elettrodo a un neurone uditivo. Quando attraversa il minuscolo spazio che li separa, tende a diffondersi, causando un’interferenza con qualsiasi elettrodo adiacente situato troppo vicino. Di conseguenza i dispositivi, progettati con un limitato numero di elettrodi per evitare il generarsi di queste interferenze, limitano però anche il numero di frequenze che possono essere discriminate.

Negli ultimi dieci anni, le prestazioni medie con gli impianti cocleari sono aumentate, quindi tutti sono alla ricerca del passo successivo”, – afferma Daniel Lee – esperto in audiologia alla Harvard Medical School.

In cosa consiste l’innovazione e cos’è l'optogenetica?

Lo studio riporta l’utilizzo di una nuova tecnologia chiamata “optogenetica” che sostituisce l’elettricità con la luce.

Il termine optogenetica descrive un insieme di tecniche che nel loro complesso consentono di rendere una qualsiasi cellula nervosa responsiva agli stimoli luminosi. L’idea di base è quella di attivare/inibire con la luce un neurone che normalmente non è in grado di rispondere a tale stimolo. Si tratta quindi di un approccio che integra metodi ottici (opto-) e genetici (genetica) per controllare l’attività di cellule eccitabili e di circuiti neuronali.

Per fare questo bisognerebbe quindi introdurre dei geni nei neuroni per renderli attivi alla luce. Questa procedura è ancora in fase di sperimentazione nei laboratori, ma per ora i risultati sembrano impressionanti e rivoluzionari.

Lo svolgimento degli studi e i risultati del dott. Tobias Moser

I ricercatori hanno applicato la manipolazione genetica (optogenetica) in alcuni adulti di gerbilli, una tipologia di ratto che percepisce le basse frequenze come gli umani, ricorrendo anche a una proteina denominata “opsina” per migliorare la capacità del sistema di riprodurre informazioni temporali precise relative ai suoni. Gli scienziati hanno iniettato un virus nella coclea dei gerbilli, che ha portato il gene dell’opsina nei neuroni uditivi. Poi hanno usato una fibra ottica per inviare fasci di luce nella coclea attraverso un foro nella finestra rotonda. Questa procedura ha prodotto risposte nel tronco cerebrale uditivo dei gerbilli, simili a quelle evocate dal suono, che sono rimaste stabili per settimane.

“Questi sono risultati impressionanti, che mostrano un nuovo mezzo credibile per ripristinare l’attività del sistema uditivo deficitario” – conferma John Middlebrooks, neuroscienziato all’Università della California a Irvine – “Sia pure con un notevole sforzo di ricerca futuro, c’è il potenziale per andare oltre a ciò che oggi può essere realizzato con un impianto cocleare”. 

Ecco la comparazione, secondo il Dott. Moser, tra un Impianto Cocleare Tradizionale ed un Impianto Cocleare creato con tecnica Optogenetica.

La Fondazione OptoGenTech, da progetto di ricerca ad azienda! 

Gli ottimi e significativi risultati, frutto di un appassionato lavoro di ricerca hanno indotto il Dott. Moser a creare la Fondazione OptoGenTech. La fondazione di OptoGenTech GmbH si basa sul lavoro di ricerca presso il Medical Center dell’Università di Göttingen, il German Primate Center di Gottinga, l’Università di Friburgo e l’Università della Tecnologia di Chemnitz, nonché sul finanziamento delle sementi di Photonik Inkubator GmbH Göttingen. L’obiettivo di OptoGenTech GmbH è lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di stimolatori multicanale optogenetici per la ricerca biomedica e l’applicazione clinica, nonché i sistemi per la valutazione del comportamento animale nella ricerca biomedica. Tutto ciò lascia ben sperare un luminoso futuro, per camminare con “l’optogenetica” verso nuove soluzioni uditive.

Autore: https://www.scientificamerican.com/article/light-beam-lets-the-deaf-gerbil-hear/

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